2 dicembre 2023
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In dirittura d’arrivo del 2023 è ovvio fare qualche riflessione su come è andato l’anno rispetto alle previsioni di 12 mesi fa; a sorprendere maggiormente la crescita del GDP Usa stimato vicino allo zero (con periodi recessivi) che nel recente aggiornamento sul terzo trimestre è stato del +5,2% annualizzato. Molto più significativo il balzo avanti dei listini azionari da inizio anno: il MSCI World val loc presenta un + 16,38% a fine novembre con l’ottima performance per gli USA. Ripercorrendo i dati di un anno addietro, il periodo TINA - There Is No Alternatives sembra ormai molto lontano con la scomparsa dei tassi di interesse a zero o negativi. Secondo le banche centrali siamo davanti a tassi “più alti e più a lungo”, mentre i rendimenti obbligazionari non rappresentano più un ostacolo per il ritorno a lungo termine dei portafogli. La moda dei fondi monetari potrebbe comunque essere rivista, spostando l’attenzione su obbligazioni relativamente più attraenti per la capacità di bloccare il rendimento attuale per un periodo prolungato. Lo scenario per gli investitori in azioni sembra di difficile interpretazione: la prospettiva secolare di crescita stabile senza inflazione, confortata da globalizzazione e deregolamentazione, porta con se nuovi ostacoli come il costo più elevato del capitale, ampi deficit di bilancio e catene di approvvigionamento a costi più elevati ... 

30 novembre 2023
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Categorie: Global Allocation
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Tra i punti in evidenza negli Outlook degli Asset Manager non ci sono solo i rischi geopolitici significativi che si prolungano nel 2024, ma la comune percezione di un rallentamento nelle economie avanzate determinata dalla stretta monetaria più o meno incisiva nelle diverse economie e in modo significativo tra Stati Uniti, Eurozona, Giappone e Regno Unito. Le previsioni a livello globale restano quindi deboli e solo con una modesta accelerazione in alcune aree emergenti; il valore complessivo di crescita del GDP globale si posiziona sotto il 3% nel 2024 e appena sopra tale livello nel 2025: si tratta di livelli sotto la media del 3,7% del periodo 2010-19, tenendo conto che se si esclude la Cina questo valore scenderebbe comunque molto ovvero poco sopra il 2%. La dinamica del mercato finanziario pone comunque un punto comune; così come le banche centrali si sono coordinate per una lotta all’inflazione, che ha portato ad un forte innalzamento dei tassi di interesse di riferimento, il prossimo anno in un contesto probabilmente restrittivo coerente con il mandato del raggiungimento del target, si avrà un primo ridimensionamento degli attuali livelli dei tassi verso un valore neutrale in funzione del calo del rischio di inflazione perdurante. In questo scenario l’allentamento della politica monetaria sembra destinato ad una progressiva gradualità con un aggiustamento dei tassi reali ...

25 novembre 2023
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Nelle indicazioni di portafoglio per il nuovo anno si nota una netta prevalenza di portafogli bilanciati tra Bond e Equity in funzione della ritrovata redditività delle obbligazioni che in alcuni casi sono tornate a competere in termini di rendimento anche con alcuni dividendi azionari storicamente appetibili. Le ragioni sono comunque diverse: non c’è da dimenticare che i prossimi mesi possano rivedere un’elevata complessità e relativa volatilità del mercato finanziario. Gli investitori dovrebbero rispondere proprio con un adeguato equilibrio, rapportato al proprio grado di rischio, attraverso un portafoglio ‘core’ multi-asset, diversificato a livello globale, senza dimenticare la parte ‘satellite’ completato di idee tattiche. Secondo gli strategist siamo dentro uno scenario straordinario per individuare obbligazioni, azioni e strumenti alternativi con ritorni attesi più che ragionevoli. L’insieme di rischi geopolitici e di repentina restrizione della politica monetaria, non solo statunitense, ha rafforzato le attese di ritorno ponendo alla base rendimenti elevati anche per le parti brevi della curva dei tassi ...

24 novembre 2023
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Categorie: Global Allocation
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I banchieri centrali sembrano ormai concentrati su uno scenario di Soft Landing - atterraggio morbido - con interventi orientati al compromesso tra crescita economica ‘poco brillante’, sia nel 2024 che nel 2025, e controllo dell’inflazione. L’inflazione in effetti ha superato da tempo il picco a livello globale anche se le stime prevedono una conclusione sui livelli obiettivo non prima del 2025 a fronte di un periodo di crescita economica inferiore alla media di lungo termine. Le prime stime degli economisti americani vedono un’espansione economica globale tra il 2,8% e il 2,9% nei due prossimi anni e del 3% per l’intero 2023. Le banche centrali hanno smorzato gli aumenti dei prezzi ed ora il ritmo dell’inflazione dovrebbe continuare a scendere nei mercati sviluppati, mentre per i mercati emergenti si potrebbero registrare una ‘vischiosità’ e discesa più graduale; nella maggior parte delle economie i target sui prezzi rimangono nel mirino della politica monetaria ...

18 novembre 2023
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Il periodo dell’anno si anima degli outlook per il nuovo anno e in questo scenario è interessante notare i due aspetti principali che generano la visione dei mercati ovvero da un lato la cautela rispetto ai tanti aspetti di incertezza che rimangono in campo (bassa crescita economica, alti tassi di finanziamento, dubbi sulla capacità reddituale delle società quotate oltre alle valutazioni, volatilità dei prezzi energetici …) e dall’altro una visione ‘costruttiva’ (fine dell’aumento dei tassi,  inflazione in contrazione, buona patrimonializzazione delle società, opportunità delle nuove tecnologie AI, …). I risultati economici di questi ultimi anni sembrano aver riorientato le sfide verso un nuovo regime macroeconomico che molti hanno definito ‘post-pandemico’ in cui l’economia globale ha combattuto tra l’eccesso di domanda e/o di offerta, spostando i valori delle merci in modo scoordinato. Ad oggi le evidenze sembrano pesare più sulle scelte politiche che su quelle monetarie, come è avvenuto nella forte restrizione degli ultimi diciotto mesi. Gli analisti hanno già dato un nome alle sfide del prossimo periodo chiamandole le ‘5 D’: deglobalizzazione, demografia, digitalizzazione, decarbonizzazione e debito ...

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