14 settembre 2023
Inserito da: Redazione R&CA
BCE rialza i tassi: ‘dovish hike’

A ‘sollecitare’ il mercato finanziario è stata la scelta della banca centrale di aumentare dello 0,25% i tassi di riferimento (Deposit rate al 4% - Main Refinancing Operations rate al 4.5%), dopo le precedenti indicazioni della Lagarde di una possibile pausa in attesa delle nuove effetti economici; il rialzo di 25 punti base non rientrava pienamente nei prezzi degli asset. In realtà gli operatori si sono convinti che l’intervento possa ritenersi l’ultimo della lunga serie di rialzi tanto che i mercati azioni sono stati premiati da un’ondata di acquisti. Le nuove indicazioni economiche vedono una crescita lenta per il resto del 2023 a fronte di condizioni di finanziamento più restrittive e di una domanda estera debole. Secondo l’ufficio studi della BCE il calo dell’inflazione potrebbe però ritrovare una ripresa delle disponibilità di reddito delle famiglie ed un rafforzamento della domanda estera, portando l’economia dell’area Euro ad aumento del GDP di +0,7% nell’intero 2023 (era +0,9% a giugno), dell’1,0% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025. Sul lato prezzi si prevede che l’inflazione complessiva (Headline) scenderà dal 5,6% di quest’anno al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Alla luce delle stime macro, la decisione di alzare ulteriormente i tassi ha in effetti suggerito un termine alla restrizione monetaria lasciando intendere di riflesso un possibile taglio dei tassi nella prima metà del 2024; per questo gli operatori finanziari hanno interpretato l’intervento della BCE in una luce accomodante.
Nuovo scenario monetario
Riguardo ai programmi relativi all’acquisto di attività finanziarie la Banca Centrale non ha modificato le attuali indicazioni sia per i reinvestimenti nel programma di acquisti per l’emergenza pandemica (PEPP) che per le vendite di obbligazioni nell’ambito del programma di acquisto di asset (APP). Anche in questo caso si ritiene che l’autorità monetaria avvii le sue decisioni nelle riunioni a venire, rallentando i reinvestimenti del PEPP nella prima metà del prossimo anno. Il nuovo scenario trova aspettative a lungo termine di riduzione tanto che i primi ad essere impattati sono stati i rendimenti a lungo termine spinti al ribasso; il movimento dei rendimenti europei si è quindi mosso in controtendenza con i relativi governativi statunitensi condizionati dai dati macro americani. Gli attuali prezzi di mercato indicano che la BCE ha in gran parte esaurito il suo ciclo restrittivo sui tassi, anche se sussiste un rischio non previsto di un possibile altro rialzo nelle prossime riunioni. Allo stesso modo il mercato sta scontando nei prezzi un taglio di 25 bps entro giugno 2024. Rimane aperto il tema macroeconomico sia sul fronte inflazione che sulla crescita temi che potrebbero spingere i rendimenti verso l’alto o il basso nel prossimo futuro in attesa di un chiaro trend.
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