9 novembre 2023
Inserito da: Redazione R&CA
Asset Allcation: Bonds
Seguendo le analisi dei gestori americani, preoccupati per le perdite sui Treasury, si cerca di individuare l’entry point sul reddito fisso. Con un calo delle performance del 18,4% dal 2020 al 2022, e attualmente un terzo potenziale anno consecutivo di rendimenti negativi, i ritorni del reddito fisso sono risultati molto deludenti e con un forte peso sui ritorni dei portafogli bilanciati. Le condizioni iniziali che rendono i ritorni negativi sono variabili che si combinano in due fattori: reddito cedolare, normalmente positivo, e andamento dei corsi - positivi o negativi a seconda dell’andamento di tassi di interesse e di conseguenza sui rendimenti di durata della curva. Quando il ritorno dei corsi è negativo e superiore al reddito cedolare ci troviamo davanti ad una forte restrizione monetaria che ha di fronte anche redditi cedolare estremamente bassi e relative implicazioni negative. E questo, purtroppo, è esattamente quello che è successo. Nell’agosto del 2020, il rendimento del Treasury Index è stato dello 0,4%; a quel livello estremo, praticamente qualsiasi aumento dei tassi di interesse avrebbe generato ritorni totali negativi. Il modello indicava che nei successivi 18 mesi un aumento di 100 bps avrebbe generato ritorni del -5,1%. I tassi in effetti si sono spostati ben oltre quel livello generando una forte perdita, mentre il Treasury Index attualmente rende il 5%.
Reddito Fisso più appetibile
Se quindi valutiamo l’attuale reddito cedolare disponibile sui mercati, sicuramente questo può attutire eventuali ulteriori cali di prezzo dei titoli dovuti ad aumenti di rendimento. La sensibilità dei ritorni totali alle variazioni dei tassi di interesse è quindi divenuta molto inferiore ed è migliorato il rapporto rischio-rendimento dell’investitore con un flusso cedolare in percentuale più elevato in futuro. Seguendo le indicazioni di mercato l’ultimo rialzo dei tassi della Fed dovrebbe essere già avvenuto a luglio; tuttavia in un’ipotesi molto conservativa se la Fed avanzasse altri quattro rialzi dei tassi per 100 bps e i rendimenti più lunghi salissero allo stesso ritmo, nei 18 mesi seguenti non subiremmo una perdita del 5,1%, ma un ritorno positivo seppur limitato al +3,3% e quindi il minore valore dei corsi sarebbe subordinato al ritorno più alto cedolare. E se fossero un paio di punti percentuali? Dal punto di vista del gestore i rendimenti nominali e reali più elevati disponibili oggi sul mercato vedrebbero un opportuno allungamento della durata che possa "bloccare" in maggior rendimento alla scadenza generando un maggior reddito cedolare in un contesto di tassi potenzialmente più elevati per un periodo prolungato. Ci troviamo quindi di fronte ad una ragionevole ricomposizione del portafoglio bilanciato con un ritrovato supporto positivo del tasso fisso.
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