1 giugno 2023
Inserito da: Redazione R&CA
Asset Allocation Views

I dati economici in Germania hanno mostrato un'economia debole per il secondo trimestre consecutivo, indicando una cosiddetta ‘recessione tecnica’: il GDP tedesco risulta attualmente al di sotto del suo livello pre-Covid. Se quindi normalmente il dissolversi dello shock energetico indica un periodo ad impatto economico espansivo, il ritardato intervento di restringimento monetario della BCE ha di fatto favorito una situazione distorta. Le stime tornano quindi verso una sostanziale contrazione delle attività economiche in tutta l'area Euro entro la fine dell'anno, contrazione che dovrebbe comunque contribuire alla riduzione dell'inflazione ‘core’ dai massimi attuali sebbene sopra del target 2%. A sottolineare queste aspettative sono i recenti indicatori di fiducia europei che hanno segnalato un calo sia sul comparto manifatturiero (a livello di contrazione) che su quello dei servizi che persistono comunque in territorio di espansione. I dati svelano che l’inflazione sta diminuendo lentamente e meno del previsto, dove la parte core rimane resiliente.
Europa a due velocità
Nella realtà una moderazione nei prezzi contribuirà a temperare le aspettative per le richieste salariali e contribuire a rallentare la corsa dei servizi. Rimangono le evidenze di un'economia europea a due velocità: bene i paesi a maggiore attività nel settore dei servizi e deboli oltremodo quelli legati prevalentemente alla produzione manifatturiera. La divergenza tra le due attività è al livello più elevato dal gennaio 2009; la dinamica più marcata si riflette nell’indice business tedesco rilevato dall’IFO a maggio che evidenza debolezza alterna in vari i settori dell'economia con Produzione Manifatturiera ed Edilizia abitativa in forte rallentamento e un’accelerazione, sebbene meno positiva, del settore Servizi.
Banche Centrali
La posizione che vede la possibilità di tagliare i tassi di interesse quest'anno da parte della BCE rimane più legata alla lotta contro il caro vita e meno sulla velocità della crescita economica. Più in generale, secondo gli strategist di portafoglio, la pressione delle banche centrali orientata a domare l'inflazione a qualsiasi costo risulta miope sui danni al processo di sviluppo e occupazione. Già dall’estate la narrativa sulla lotta all’inflazione potrebbe cambiare; mentre negli Stati Uniti è probabile l’interruzione degli aumenti dei Fed Funds senza che l'inflazione abbia completato la riduzione al target del 2%, la BCE potrebbe continuare a seguire il restringimento proprio fino a luglio prima della pausa. Il raffreddamento dell'inflazione, visti gli attuali modelli di spesa e nonostante il calo dei prezzi energetici, potrebbe essere lento con livelli inflattivi al di sopra degli obiettivi politici per un periodo prolungato.
Mercati finanziari
L’ingresso nel periodo estivo si porta dietro la questione storica dell’aumento della volatilità, mesi in cui volumi più bassi lasciano spazio ad una maggiore pressione in caso di dati/eventi inaspettati. Sono in aumento i gestori azionari che proprio per questa ragione alzano il loro livello di liquidità nei portafogli, da un lato per contenere l’esposizione al beta di mercato e dall’altro per approfittare di eventuali opportunità di prezzo. L’aggiornamento di portafoglio di fine maggio trova i gestori orientati a sovra pesare ancora le obbligazioni indicizzate all’inflazione, in orizzonte tattico, e mantenere una duration moderata preferendo il rendimento dei titoli governativi di breve periodo: il premio tra 2 e 10 anni risulta ancora ristretto. Non mancano le osservazioni sul credito dove il rallentamento economico vede una preferenza verso i governativi alzati in sovrappeso. Nei recenti sondaggi le indicazioni degli Strategist sui comparti azionari trovano un netto miglioramento nei settori più Growth rispetto al Value e una consensuale aumento delle preferenze.
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