16 settembre 2021
Inserito da: Redazione R&CA
Germania post Merkel

La domanda che la politica internazionale si sta facendo è come sarà l’era post Merkel, tema che nonostante il preventivo annuncio della dipartita della cancelliera non ha ancora trovato una chiara configurazione, vista anche la difficile situazione causata dalla pandemia Covid; questa incertezza deriva ancora oggi dall'esito delle elezioni del 26 settembre. La popolarità pubblica dei partiti è stata in questi ultimi mesi alquanto volatile, con periodi in cui il sostegno verso i tre partiti principali è stato relativamente alterno. L’attuale aspettativa vede comunque possibili inversioni di tendenza proprio nei risultati delle elezioni. Se quindi il consenso per la CDU/CSU (partito d’unione cristiano democratico) potrebbe aumentare a discapito del SPD (socialdemocratici) nella continuazione degli indirizzi politici della cancelliera Angela Merkel, la situazione è mediata da Verdi, liberali dell’FDP e Sinistra, partiti papabili nelle future coalizioni. Inoltre l’avvicendamento alla cancelleria del candidato CDU/CSU Armin Laschet non sembra aver trovato un’ereditata popolarità; al contrario il vicecancelliere e ministro delle finanze Olaf Scholz, candidato SPD, ad oggi si dimostra di gran lunga l'opzione più popolare, o meno impopolare, per ricoprire la carica governativa. Lo scontro più probabile Scholz - Laschet mette quindi fuori gioco la possibilità di avvicendamento della giovane leader dei Verdi, Annalena Baerbock.
Più sostenibilità ambientale e più deficit
Ovviamente il tema centrale delle scelte politiche tedesche è divenuto il progetto della sostenibilità ambientale a cui tutti i partiti si appellano: la decarbonizzazione sarà quindi la sfida chiave. La Corte Suprema tedesca sta prendendo molto sul serio l'emendamento alla Costituzione del 1994 che prevede la protezione dell'ambiente nei principi guida dell'azione di governo; il suo costo transitorio è divenuto terreno di scontro per le diverse priorità dei partiti, tema capace di ridurre le disuguaglianze di intervento nel centrosinistra e argomento per un miglioramento della competitività e degli investimenti nel centrodestra. Sul tema finanziario l’istituto ZEW-EviSTA ha tracciato il possibile risultato di deficit pubblico rispetto agli interventi annunciati dai partiti, con l'agenda dei Verdi che si traduce in un surplus per le finanze pubbliche di 18 mld Euro, una cifra molto simile per l’SPD a 14 mld Euro. Non sorprende invece che, data la posizione favorevole alle imprese del FDP, le entrate del governo diminuirebbero di 87 mld Euro per l’impegno a ridurre l'imposta sulle società; infine il deficit della CDU vedrebbe un target intermedio di 32 mld Euro.
Ribilanciare l’export
Nella realtà dei fatti un po’ più di spinta all’economia non sarebbe poi una soluzione da sottovalutare, anche perché la Germania può permettersi interventi di finanza pubblica: nel 2019 la Germania è stato l'unico Paese dei “Big4” con un saldo di bilancio in attivo e debito pubblico su GDP inferiore al 60%. Come conseguenza dei supporti anti-Covid la Commissione Europea prevede che il debito pubblico tedesco raggiungerà a fine anno il 73,1% del GDP, ampiamente sotto la media dell’area Euro del 102,4%. La vera prossima sfida per la Germania potrebbe essere comunque il rischio da deglobalizzazione. La specializzazione industriale ha reso gli esportatori tedeschi particolarmente capaci a raccogliere i frutti dell'integrazione del vecchio blocco socialista europeo, non solo come nuovo mercato, ma anche grazie alla possibilità di delocalizzare la produzione in aree altamente qualificate e con salari competitivi. Dopo un periodo che ha visto la forte ascesa della Germania nelle esportazioni, l'attuale scenario, cosparso dal un monito alla globalizzazione iniziato da Trump e avvalorato oggi da Xi Jinping, potrebbe avere tempi meno favorevoli all’espansione dell’export tedesco; una prova l’attuale difficoltà delle catene di approvvigionamento che stanno mettendo in difficoltà l’industria dell’auto tedesca, ma anche molti settori nell’area Euro. Rivedere i modelli di crescita economica deve essere quindi il nuovo compito della politica e su questo dovrà lavorare il nuovo cancelliere.
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