11 maggio 2023
Inserito da: Redazione R&CA
Lateralità dei listini Usa

L’indice statunitense S&P500 si muove da fine marzo tra 4050 e 4180 punti senza far intravedere un possibile trend che esca da questa fase laterale. La previsione di alcuni strategist rimane quella di un ‘necessario’ storno in previsione di una recessione, mentre sono in numero minore gli sponsor per una spinta che tecnicamente troverebbe comunque un’importante resistenza a 4300 punti. Dalle analisi presentate: “Dal 1913, l'espansione media durante un periodo di alta inflazione è durata tre anni e mezzo, circa la metà della durata delle espansioni nei regimi di bassa inflazione. I dati storici sui periodi di alta inflazione risultano coerenti con l’opinione che l’attuale espansione potrebbe essere a corto vigore. Se la direzione di quest'anno ci porta verso una recessione, un nuovo ribasso sui livelli minimi di ottobre scorso troverebbe un floor vicino a 3.600 ponendo i ritorni dell’indice S&P 500 annualizzati per questo periodo di espansione più in linea con i precedenti periodi ad alta inflazione”.
Inflazione sottotono
In realtà i dati sull'inflazione dei prezzi al consumo - CPI - negli Stati Uniti sono risultati in linea con le stime (+0,5% m/m, +4,9% negli ultimi 12 mesi), aumentando le potenzialità di previsione. Tassi di crescita CPI più prevedibili suggeriscono che l'inflazione guidata dai profitti societari potrebbe rivedere la sua natura insolita, che si verifica alla fine delle catene di approvvigionamento. Le analisi trovano una continua trasformazione dell'inflazione transitoria in deflazione, gli elettrodomestici hanno il tasso di inflazione più negativo mai registrato, mentre in generale i prezzi aumentano sempre di meno. Interessante è anche il divario territoriale a carico delle famiglie statunitensi: a New York e Los Angeles l’indice di inflazione e sotto il 4%, mentre a Miami risulta sopra il 9%. A livello internazionale l’inflazione ha trovato i dati sui prezzi al consumo e alla produzione ad aprile in Cina inferiori alle attese, sollevando interrogativi sui modelli di domanda dopo la riapertura; l'indice cinese mensile CPI è sceso dello 0,1% in aprile rispetto al mese precedente, mentre il tasso a/a scende a +0,1% da +0,7%.
Mercato del lavoro
Le recenti indicazioni macroeconomiche vedono la banca centrale Fed potenzialmente in pausa, almeno nel prossimo periodo, mentre gli investitori stanno spostando proprio la loro attenzione dall’inasprimento monetario verso il rischio di recessione, anche per le ricadute della crisi bancaria regionale americana. I dati recenti hanno mostrato una perdita di momentum economico, con offerte di lavoro in calo, prestiti a condizioni restrittive, sondaggi che indicano minori spese di investimento delle imprese e limitati piani di assunzione. Eppure, nonostante le aspettative di rallentamento, il recente rapporto del mercato del lavoro ha mostrato un ulteriore miglioramento dei nuovi occupati, oltre le previsioni, una diminuzione del tasso di disoccupazione e l’aumento sopra le stime dei salari. Mentre i dati di aprile si sono mostrati complessivamente solidi, le ampie revisioni al ribasso dei due mesi precedenti hanno segnato un trend meno forte. Gli annunci di licenziamento e le richieste di sussidio alla disoccupazione sono in leggero aumento negli ultimi mesi, nonostante la domanda di inserimento di lavoratori risulta più che sufficiente ad equilibrare uscite ed entrate. Anche la crescita dei salari continua ad essere buona dopo il rimbalzo dello scorso mese, ma in calo rispetto all’anno precedente.
Stagione degli utili
Nella fase conclusiva della ‘stagione sugli utili’ relativa al primo trimestre 2023, con report pubblicati dall'85% delle società S&P 500, il 79% delle società componenti l’indice S&P500 vede una sorpresa positiva per gli utili – EPS - e il 75% per i ricavi. I dati hanno sicuramente rassicurato gli investitori che a fine marzo vedevano gli analisti stimare un calo degli utili pari al 6,7%; nella prospettiva di crescita anno su anno (a/a), gli utili del primo trimestre del 2023 sono attualmente di $ 438,1 miliardi (-0,7% a/a, -0,4% t/t), un dato che ovviamente segna il secondo trimestre consecutivo di crescita negativa e che dovrebbe continuare nel prossimo trimestre (2023 Q2: -4,7% a/a). In concreto l’andamento delle previsioni ha mostrato una curva a "semi-v" dove gli analisti inizialmente hanno notevolmente abbassato le aspettative, spostando molto in basso le attese, portando i report societari a sorprendere al rialzo. Riguardo al secondo trimestre ci sono 31 annunci negativi rispetto a 27 annunci positivi, con un rapporto negativo/positivo di 1,3, contro un primo trimestre con solo 26 annunci positivi. L’analisi fa notare che il notevole miglioramento della crescita degli utili del primo trimestre non si è tradotto per il resto dell'anno, poiché le aspettative di crescita dei prossimi trimestri rimangono attualmente tutte in leggero calo, con marcata influenza negativa nel calo dei profitti atteso per l’intero 2023 nel settore Energy a -24%, mentre in contrapposizione ci si attende una crescita degli utili del 28% dal settore Consumer Discretionary. Dal punto di vista delle valutazioni il rapporto P/E forward a 12 mesi per l'indice S&P 500 risulta ad oggi a 17,7x, rapporto inferiore alla media di 5 anni a 18,6x, ma sopra la media decennale di 17,3x; evidentemente l’incertezza sull’espansione dell’economia americana rimane chiave per le prospettive di utili e ricavi societari.
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S&P 500 2023 Q1 Earnings Review