2 novembre 2023
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Categorie: Global Allocation
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Gli operatori di mercato hanno reagito con positività alla decisione della Fed statunitense di proseguire la fase di ‘pausa’ nonostante dati diversi dalle previsioni: tasso di inflazione invariato a +3,7%, sopra il target del 2%, e forte espansione del GDP nel 3Q23 di +4,9% annualizzato, rispetto al +2,1% precedente. Gli analisti vedono nella combinazione di fluttuazioni cicliche e cambiamenti strutturali, i fattori importanti di riferimento per le decisioni di portafoglio. In questo quadro si vedono avanzare evidenti novità come il livello medio più elevato dei tassi di interesse nei prossimi cicli economici, anche se risulta improbabile che l'evoluzione avvenga in modo lineare. In realtà il tema dei tassi di interesse elevati rappresenterebbe un principio fondamentale del nuovo regime macro e causa di maggiore incertezza macroeconomica rappresentata dalla variabile volatilità. Con la fine dei tassi di interesse a zero le banche hanno approfittato per pagare meno sui depositi rispetto al tasso della banca centrale. Al contrario il sistema finanziario si è adeguato offrendo rendimenti più elevati; per questo i risparmiatori hanno spostato denaro dalle banche a titoli e fondi con rendimenti in aumento provocando una netta flessione dei depositi del sistema bancario ...

26 ottobre 2023
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Categorie: Global Allocation
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Se nella attuale situazione geopolitica le complicazioni sono evidenti, un po’ meno chiare sono le implicazioni finanziarie che trovano nelle borse una recente strozzatura, nonostante la tenuta dei profitti e una dichiarazione di pausa delle principali Banche Centrali, e una caduta delle performance azionarie da inizio anno, concentrata nei recenti mesi: la performance YtD dell’indice MSCI World in valuta locale è passata da +13,8% di fine luglio agli attuali +7,6%. Anche i portafogli bilanciati tra Bond e Equity stanno soffrendo con la parte obbligazionaria che rimane sotto pressione: l’S&P Global Developed Sovereign Bond Index loc currency perde da inizio anno l’1,27%, dopo essere risultato positivo di +1,7% a fine luglio, mentre l’EMBI+ Emerging Markets Bond Index in USD lascia sul campo YtD l’1,8%. In questo contesto prevalgono i flussi di vendita da varie fonti, retail e grandi investitori, segnale di un’avversione al rischio in aumento sebbene il VIX – INDEXCBOE, indicatore della volatilità del mercato azionario Usa si attesti intorno a 22 punti (valore poco sopra i 20 punti - ritenuto livello di bassa tensione) e comunque in netta ascesa dal 13,6 punti di fine luglio ...

12 ottobre 2023
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Categorie: Global Bonds
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Durante l’anno abbiamo seguito una strategia più o meno evidente di revisione della duration dei portafogli di investimento che ha portato nelle recenti sedute ad un accentuato sell-off globale dei governativi, guidato dai Treasury statunitensi, che ha coinvolto in modo particolare quelli europei. Secondo gli analisti l’escalation che ha visto il rendimento del decennale americano passare dal 3,8% di inizio anno fino al 4,9% del 3 ottobre scorso, non è altro che la risultante non solo del rialzo dei Fed Funds, ma anche della politica di riduzione del bilancio della banca centrale, la risoluzione della crisi bancaria che ha imposto al sistema una riduzione del rischio di duration in portafoglio, seguita peraltro dai gestori di portafoglio. Dobbiamo peraltro aggiungere i timori relativi al dibattito politico sul ‘tetto del debito’, le variazioni al rialzo delle stime di crescita economica e un mercato del lavoro ‘sorprendente’; il tutto tradotto in preoccupazioni circa la copertura dell'offerta di nuovi titoli del Tesoro a seguito di un deficit di bilancio da finanziare  ...

21 settembre 2023
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Al forum di Jackson Hole, il presidente della Fed Jey Powell aveva lasciato intendere che le prospettive non risultassero chiare: "stiamo navigando orientati dalle stelle, ma con cieli nuvolosi”. Gli investitori continuano a guardare con attenzione all’inflazione Usa che ha visto i dati di agosto in aumento al 3,7% annuale, dal 3,2% a luglio e 3% di giugno, sperando in un ritorno progressivo all’indebolimento del trend (un anno fa eravamo a +8,2%); il fattore petrolio sembra riportare un impulso inflazionistico a seguito dei tagli alla produzione da parte dell’OPEC+ e il recupero dei margini delle raffinerie. Pur tuttavia i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati di un modesto 0,2% m/m e l'indice IPC Core si attesta al 2,4% a/a riflettendo la direzione verso il livello target Fed. E’ sicuramente questo lo scenario che ha influenzato la decisione di tenere fermi i tassi al 5,25-5,5%; la politica della Fed risulta allo stesso modo incerta e dispersiva in deviazione agli aumenti sincronizzati dei tassi il che vede un possibile aumento della volatilità fino a fine anno in attesa di un possibile ulteriore rialzo subordinato ai dati macro ...

 

7 settembre 2023
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Nei mesi estivi i dati macroeconomici hanno avuto una notevole evoluzione sebbene non evidenzino ancora un chiaro trend. L’offerta di moneta M3 dell’Eurozona è diventata negativa dallo scorso anno, EUR 15.6 trilioni a luglio 2023 rispetto agli oltre 16,2 di un anno fa; secondo gli economisti questo non porterebbe comunque ad una deflazione imminente. Il tema da considerare è che l’offerta di moneta va paragonata alla sua domanda e su questo punto è chiara la situazione di indebolimento dei prestiti bancari. Se dunque l’inasprimento della politica monetaria sta producendo i suoi effetti, rallentando la crescita del credito, sfortunatamente il rallentamento della stessa poco impatta su un’inflazione guidata da energia e dai profitti ...

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