30 novembre 2023
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Tra i punti in evidenza negli Outlook degli Asset Manager non ci sono solo i rischi geopolitici significativi che si prolungano nel 2024, ma la comune percezione di un rallentamento nelle economie avanzate determinata dalla stretta monetaria più o meno incisiva nelle diverse economie e in modo significativo tra Stati Uniti, Eurozona, Giappone e Regno Unito. Le previsioni a livello globale restano quindi deboli e solo con una modesta accelerazione in alcune aree emergenti; il valore complessivo di crescita del GDP globale si posiziona sotto il 3% nel 2024 e appena sopra tale livello nel 2025: si tratta di livelli sotto la media del 3,7% del periodo 2010-19, tenendo conto che se si esclude la Cina questo valore scenderebbe comunque molto ovvero poco sopra il 2%. La dinamica del mercato finanziario pone comunque un punto comune; così come le banche centrali si sono coordinate per una lotta all’inflazione, che ha portato ad un forte innalzamento dei tassi di interesse di riferimento, il prossimo anno in un contesto probabilmente restrittivo coerente con il mandato del raggiungimento del target, si avrà un primo ridimensionamento degli attuali livelli dei tassi verso un valore neutrale in funzione del calo del rischio di inflazione perdurante. In questo scenario l’allentamento della politica monetaria sembra destinato ad una progressiva gradualità con un aggiustamento dei tassi reali ...

24 novembre 2023
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I banchieri centrali sembrano ormai concentrati su uno scenario di Soft Landing - atterraggio morbido - con interventi orientati al compromesso tra crescita economica ‘poco brillante’, sia nel 2024 che nel 2025, e controllo dell’inflazione. L’inflazione in effetti ha superato da tempo il picco a livello globale anche se le stime prevedono una conclusione sui livelli obiettivo non prima del 2025 a fronte di un periodo di crescita economica inferiore alla media di lungo termine. Le prime stime degli economisti americani vedono un’espansione economica globale tra il 2,8% e il 2,9% nei due prossimi anni e del 3% per l’intero 2023. Le banche centrali hanno smorzato gli aumenti dei prezzi ed ora il ritmo dell’inflazione dovrebbe continuare a scendere nei mercati sviluppati, mentre per i mercati emergenti si potrebbero registrare una ‘vischiosità’ e discesa più graduale; nella maggior parte delle economie i target sui prezzi rimangono nel mirino della politica monetaria ...

13 luglio 2023
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Mentre i listini azionari ripartono positivamente in questo secondo semestre, gli analisti sono impegnati nella revisione degli utili a dodici mesi e fornire un corretto livello di valutazione agli stategist di portafoglio; su più ricerche le aspettative dei profitti vedono un’ulteriormente revisione al ribasso, pur tuttavia, ci sono segnali che per gli Stati Uniti potremmo essere vicini al minimo. Le analisi storiche suggeriscono che i cali previsti dalle revisioni nell'ultimo anno risultano coerenti con quelli rilevati dal picco al minimo nelle precedenti recessioni ‘più deboli’. Si deve anche rilevare che al di fuori degli Stati Uniti, le revisioni degli utili non sono diminuite così tanto e che le variazioni hanno contraddistinto i diversi settori: Financials che potrebbero ancora beneficiare di tassi elevati, Materials che rimangono sensibili al ciclo economico. Le analisi offrono diverse opportunità per riposizionare i portafogli tra azioni più o meno sensibili ai cicli macroeconomici; ad esempio negli Stati Uniti, solo il 35% del peso per capitalizzazione dell'S&P 500 si trova tra i settori ciclicamente sensibili come finanziari, industriali, energia e materiali - nel 1998 questi pesavano circa il 58%; in realtà il peso settoriale nei mercati europei è rimasto pressoché invariato, mentre nei mercati emergenti è aumentata molto la tecnologia ...

9 giugno 2023
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Insistono le voci discordanti degli strategist statunitensi rispetto all’asset allocation per il secondo semestre dell’anno. Da un lato la carica verso le società tecnologiche che hanno spinto il Nasdaq Composite (+27,5% YtD) orientato dalle società ritenute più esposte all'intelligenza artificiale, dall’altro la risoluzione del tetto del debito Usa e la ripartenza del dollaro, temi che hanno riportato l’attenzione sul rischio di concentrazione nel mercato azionario e la relativa prospettiva sulla pausa della FED. Le valutazioni azionarie in rialzo si confrontano con stime economiche dipendenti dai tassi bassi precedenti, che nonostante una dimostrazione di resilienza - vedi il mercato del lavoro, trovano oggi i FED funds oltre il 5%, mentre si discute ancora del tasso neutrale in funzione delle dinamiche inflattive. Le valutazioni devono quindi confrontarsi con un mercato obbligazionario che in pochi mesi ha visto salire in modo evidente i rendimenti. In Europa le attese sulla politica monetaria vedono un consenso più unanime per aumenti dei tassi di riferimento di 25 bps sia nella riunione BCE di giugno che di luglio, accompagnati da messaggi restrittivi sul credito e di pressione sull’inflazione ...

9 febbraio 2023
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Mentre gli operatori finanziari europei si sono orientati da tempo verso un cauto-ottimismo, gli analisti americani rimangono molto prudenti sui mercati azionari evidenziando una particolare preoccupazione sulle prossime trimestrali sia in termini di ricavi che di profitti. La possibilità che il tasso pivot, il punto di restrizione monetaria massimo, sia imminente vede ancora dubbi sul flusso di dati che dimostri una flessione sostenibile dell’inflazione in tempi brevi. La BCE ha riconosciuto che lo scenario sui prezzi ‘core’ è equilibrato, visti anche i trend di gas ed energia elettrica. L'entusiasmo del mercato in Europa porta con se un segnale del rallentamento nell’aumento dei tassi dopo marzo e un possibile livello pivot sui depositi al 3,25 % a maggio. I temi finanziari rimangono comunque focalizzati sulle prospettive incerte di sviluppo nell'area Euro e la restrizione sul credito. Sul fronte statunitense le indicazioni globali trovano le principali società internazionali supportate da un trend macro che include la riapertura della Cina, una crescita migliore del previsto in Europa e la resilienza del mercato del lavoro statunitense nonostante la serie di aumenti dei tassi della Fed. L’aspetto critico di medio termine viene evidenziato da almeno tre fattori strutturali in USA: a) il lungo periodo del denaro ‘gratuito’ può intendersi terminato; b) Big government is back: nel discorso dello Stato dell’Unione del 1 marzo, il presidente Biden si è presentato come sostenitore dei lavoratori, delle famiglie e delle piccole imprese, impegnandosi a promuovere posti di lavoro ben retribuiti, ridurre le spese alle famiglie e aiutare i piccoli imprenditori; tradotto in pratica: tasse più elevate e spesa pubblica; infine c) il ‘dividendo della pace globale’ è tornato in discussione ...

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